Cucina open space: ripensare al living
L’arredamento delle nostre case è uno specchio non solo dei nostri gusti personali, ma anche del processo di evoluzione delle nostre abitudini e stili di vita come società: sempre più dinamici, sempre più flessibili, sempre più moderni, sempre più aperti a soluzioni che rompono le convenzioni per proporre novità e migliorie.
Mobili ed elettrodomestici, ma anche la mentalità dietro la progettazione d’arredo stessa, sono molto cambiati, andando a ridefinire i nostri spazi abitativi e, in definitiva, la nostra vita.
Uno degli esempi più lampanti di questa rivoluzione tanto sociale quanto di design è la cucina open space: con questa soluzione d’arredo si punta a creare una continuità tra soggiorno e cucina andando ad abbattere (letteralmente) i confini fisici tra i due ambienti. Dietro questa ridefinizione dello spazio c’è un modo di reinterpretare la sua funzionalità e le abitudini delle persone che lo abitano: chi si sta occupando di cucinare non è più separato dall’ambiente living e dalla sua convivialità, ricreando aggregazione e smantellando il ‘disagio’ di mostrare ad eventuali ospiti i lavori in corso culinari; dall’altra parte, abbiamo un più pratico trasferimento delle portate dalla cucina al tavolo da pranzo e, in generale, un più ampio respiro nel vivere entrambi gli ambienti.
Questi vantaggi pratici e sociali riflettono profondamente la nostra vita, sempre più social e dinamica, che trova quindi il suo coronamento nell’abbandonare la divisione tradizionale di cucina e soggiorno. Per contro, questo non significa dimenticare un gusto estetico più classico o affidarsi ai design più contemporanei e arditi: come si trova l’equilibrio tra i due diversi ambienti, si può trovare ugualmente uno stile per unificarli e adattarli ai gusti degli abitanti della casa.
I progetti di arredamento per cucine open space infatti propongono differenti soluzioni per valorizzare i due aspetti chiave di questo redesign domestico: il primo, è l’ampiezza e l’ariosità data dall’unione di due stanze, che permette una gestione unica dei volumi e ha un forte impatto visivo grazie alla sua spazialità; il secondo aspetto, sempre legato all’abbattimento delle barriere architettoniche, è la creazione di una coerenza e di una continuità visiva su questo spazio così ampio, creando parallelismi tra mobili pensati per la cucina e quelli pensati per il soggiorno.
Ad esempio, la soluzione della parete attrezzata e delle librerie modulari giova tanto al soggiorno che alla cucina: tutti i ripiani a disposizione possono essere usati per libri, soprammobili, strumenti per cucinare, spezie, piatti e posate, con un’organizzazione spaziale ottimizzata per le esigenze living e culinarie.
Il piano di lavoro della cucina viene allontanato dal muro, andando ad occupare una posizione più centrale per favorire il contatto tra chi è dietro i fornelli e le altre persone nella sala: soluzioni a penisola (attaccato comunque al muro, ma solo su uno dei lati corti) o a isola (senza collegamenti con alcuna parete) riorganizzano lo spazio.
Questi elementi d’arredo possono anche prevedere piani d’appoggio, a cui si possono affiancare sedute rialzate per creare un ambiente da aperitivo, creando un parallelismo tra questi sgabelli e le sedie della parte living.
Per quanto riguarda i materiali, l’ideale è partire da quelli della cucina (che specie sul piano di lavoro hanno bisogno di caratteristiche specifiche) e poi strutturare il resto per la creazione della continuità desiderata: legno, acciaio, marmo, laccati sono solo delle possibilità a disposizione.
Dal 1920, Spreafico Arreda crea progetti d’arredo con un approccio sartoriale, creando ambienti a misura di chi ci abita: scopri di più contattandoci.